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Equitazione Naturale ed Etologica: cosa si e cosa no.


Si parla di Equitazione Naturale facendo riferimento ad un recente approccio al Cavallo che si basa principalmente sullo studio degli equidi in natura e che tenta di applicare gli schemi mentali dei componenti del branco anche al rapporto fra Cavaliere e Cavallo. Dopo un iniziale successo fra i cavalieri amatoriali che praticano equitazione soprattutto per passeggiate o comunque senza fini sportivo-agonistici, l'approccio etologico sta ultimamente prendendo piede anche negli ambienti agonistici a tutti i livelli.

I principi etologici sono molto semplici e sicuramente condivisibili (il cavallo è una preda, ha una forte impostazione gerarchica), hanno inoltre il grande merito di aver sensibilizzato molti cavalieri e proprietari sulla delicatezza psico-fisica del grande animale superando la visione meccanicistica del Cavallo (è una macchina da utilizzare per una prestazione e da parcheggiare nel box a tempo indeterminato); ho anche riscontrato una particolare delicatezza e tatto equestri nei cavalieri provenienti da questo tipo di monta.

Se la questione filosofica introdotta dall'Equitazione Naturale è sicuramente interessante e degna di particolare attenzione, le tare di questo "movimento"si presentano nel momento in cui ispira metodi di monta "rivoluzionari" e sicuramente remunerativi per chi li ha diffusi e brevettati.

Entrando nello specifico della discussione ha sempre attirato la mia attenzione la questione della "leadership": se è vero che fra di loro i cavalli stabiliscono un rapporto gerarchico definito da confronti diretti fra i componenti del branco (chi mangia per primo;chi sposta chi; chi desiste per primo in un confronto), è altrettanto evidente che quando sia l'uomo a confrontarsi con il suo destriero,questo "gioco", che in natura ha un forte valore vincolante, appaia agli occhi del cavallo come qualcosa di diverso, di confuso e di insopportabile. I cavalli in natura stabiliscono una gerarchia NATURALE, chi "vince" lo fa senza volerlo, ma per le sue caratteristiche, perchè quello è il suo posto nella "scala";quando gli uomini scimmiottano questa pratica, creano un confronto con l'apposito fine di prevalere sull'animale che lo vede come un ingiustificato sopruso, poichè nel branco non c'è la volontà di prevalere l'uno sull'altro(caratteristica solo umana). Questi giochi smettono a lungo termine di essere divertenti per il cavaliere che si ritrova un cavallo difficile da gestire poichè spaesato da una perdita di punti di riferimento. Guardando qualche dimostrazione di Equitazione Naturale (oltre a chiedermi quanto soffrissero per la mancanza di una sella che distribuisse il peso del cavaliere su diverse vertebre) ho incrociato il mio sguardo con quello dei cavalli in esercizio e non ho visto niente, gli occhi erano svuotati, come perduti per un continuo confronto che ha consumato la loro volontà e i loro pensieri.

Se volete essere rispettati ed amati dai vostri cavalli non prendeteli in giro imitando i loro simili, MONTATELI BENE, con TATTO,COLLABORAZIONE e DIALOGO, in modo che possano riconoscere la vostra esperienza e amore, caratteristiche che non si possono simulare ai loro occhi.

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